domenica 4 ottobre 2009

Le frane di Messina




"E' stato un evento eccezionale!" Così il premier ha inquadrato la catastrofe di Messina. La quantità di pioggia caduta potrebbe essere stata eccezionale, questo dovrebbero dircelo gli esperti che hanno sotto mano i dati storici delle precipitazioni nell'area, ma qualcosa non mi convince. E' oramai un abitudine liquidare ogni evento che porta lutti e danni come eccezionali quasi a deresponsabilizzare tutti quelli che con il territorio hanno a che fare, e dalle cui scelte ed indirizzi dipendono le trasformazioni urbanistiche. Non si può non sottolineare il fatto che in quelle zone si conosceva molto bene il pericolo con cui centinaia di abitanti convivevano. Il nubifragio dell'ottobre 2007 solo casualmente non ha contato vittime, ma i danni ci sono stati. I geologi conoscono molto bene questo tipo di fenomeni di dissesto idrogeologico; avvengono in condizioni geologiche e morfologiche particolari cui contribuisce pesantemente la mano dell'uomo con l'incuria, gli incendi che sono protagonisti assoluti nell'estate su quelle colline che si affacciano sullo stretto. Esistono mappe di pericolosità e studi realizzati a più livelli che dovrebbero orientare le scelte urbanistiche e gli interventi da eseguire sul territorio. Nella quasi totalità dei casi tutto finisce a raccogliere la polvere sugli scaffali degli enti locali, inapplicato. E' una storia già vissuta, Sarno insegna. Dopo i funerali di Stato calerà il sipario su Giampilieri ed il pericolo tornerà latente pronto a manifestarsi al prossimo evento eccezionale, il presidente della Regione sarà nominato Commissario Straordinario, sarà investito di poteri deroganti a tutte le leggi ordinarie, arriverà qualche milione di euro che verrà speso per opere dalla dubbia efficacia su cui si catapulteranno tutte le imprese, anche quelle in odore di mafia.

venerdì 2 ottobre 2009

Eventi che si ripetono

Sono ancora in corso le operazioni di salvataggio degli abitanti di alcuni paesi in provincia di Messina colpiti dal nubifragio di ieri che ha scatenato frane ed alluvioni. Sono 18 i morti accertati, ma si teme un bilancio ancora più negativo in quanto sono 20 ancora i dispersi. Il rischio idrogeologico in Italia è diffuso, quasi endemico e la Sicilia è un territorio fra i più esposti. Le aree a rischio si conoscono oramai più o meno bene, noi geologi produciamo studi e carte dove tutto è messo nero su bianco con tanto di limiti e classificazioni. Ogni comune che è dotato di piano regolatore ne è provvisto. Come sempre succede tutte queste conoscenze si perdono tra gli scaffali degli enti locali, riempiono faldoni che stanno a prendere la polvere; le conoscenze geologiche del territorio quasi mai si traducono in scelte urbanistiche compatibili. A ciò si aggiunga la piaga dell'abusivismo dilagante aiutato da un clientelismo politico ormai indecente a tutti i livelli. Le frane di Giampilieri ricordano molto le frane di Sarno, e san Felice a Cancello ovvero le colate di fango e detriti che si distaccano da versanti scoscesi, ripidi e che fluiscono a valle travolgendo tutto. I rilievi di Giampilieri sono molto ripidi e finiscono direttamente a mare e sono incisi da profondi valloni che sono frequentemente secchi, ma che si trasformano in paurose fiumare quando le piogge si concentrano in poche decine di minuti. Ovviamente se si costruisce a ridosso o perfino dentro gli alvei di queste fiumare, le conseguenze sono queste. Alcuni rioni sono stati addirittura costruiti ai piedi di versanti ripidi con abitazioni quasi senza soluzioni di continuità. Inlotre si deve tenere in debito conto il fatto che quelle colline sono puntualmente percorse dal fuoco nel periodo estivo, esponendo il suolo nudo allo scorrimento delle acque meteoriche.
Di scenari simili in Italia ce ne sono purtroppo tanti; la catastrofe è sempre dietro l'angolo. Chi gestisce il territorio si trincera dietro all'evento eccezionale, ignorando le cause imputabili all'incuria e alla cattiva pianificazione. La storia si ripeterà sempre uguale a se stessa, quando ci saranno i morti qualcuno invocherà giustizia ma di responsabilità non se ne caverà mai nulla.