giovedì 22 novembre 2007

Le frane di Quindici del 5-6 Maggio 1998: Condanne eccellenti per la frana

Condanne per gli ex-presidenti della provincia di Avellino e per l'ex assessore alla Protezione Civile Zinzi
Da G. Sperandeo "Il Mattino" 21/11/2007
"Frana di Quindici, condannati a tre anni di reclusione gli ex presidenti della Provincia, Luigi Anzalone, attualmente consigliere regionale del Pd, e Rosanna Repole, l'ex assessore regionale Domenico Zinzi e i tre dirigenti regionali Ettore Zucaro, Bruno Anzevino e Giovanni Cantone. Sono stati riconosciuti colpevoli del reato di omicidio colposo, assolti invece dall'accusa di frana colposa perché il fatto non sussiste. Prosciolti invece da tutte le accuse (disastro ed omicidio colposo) gli altri tre dirigenti regionali finiti sul banco degli imputati: Carmine Di Donato perché il fatto non costituisce reato con Vittoria Basile e Mario Valletta, per non aver commesso il fatto. Questa la decisione emessa dal tribunale di Avellino in sede monocratica (giudice Stefania Amodeo, pm Vittorio Santoro) dopo un'ora di camera di consiglio che rimanda la pubblicazione delle motivazioni a 90 giorni, vista la complessità della sentenza. I tre ex amministratori, in solido con la Regione e la Provincia di Avellino, sono stati condannati al risarcimento delle parti civili costituite, rigettata invece la richiesta di indennizzo proposta dal comune di Quindici. Una sentenza a sorpresa, per certi versi, che piomba come un magigno soprattutto sui tre esponenti politici. Si chiude così, dopo quasi dieci anni, il procedimento giudiziario che puntava a chiarire se vi fossero responsabilità istituzionali per gli eventi franosi del 5 maggio 1998, quando a Quindici morirono 11 persone sotto fango ed acqua. Il processo tendeva ad accertare se vi fosse stata negligenza, imperizia o imprudenza da parte degli enti preposti alla tutela ambientale nel non effettuare programmi, progetti e monitoraggi sul territorio che potessero evitare la tragedia: sono state affidate consulenze tecniche per oltre 500 mila euro. Il procedimento giudiziario partì dalla denuncia dell'avvocato Teodoro Russo, fatta nel giugno del 1998, un mese dopo la tragedia. Il legale, che vide la madre e la suocera perire sotto il fango, presentò in procura la relazione Budetta-Cascini (studiosi del Cnr incaricati dalla Commissione Grandi Rischi) dalla quale si evincevano pericoli da dissesto idrogeologico a Quindici già nel febbraio del 1997. L'inchiesta portò al rinvio a giudizio di nove imputati. Il pm Santoro, nella sua requisitoria, non ha quantificato le richieste di pena per i singoli imputati, lasciando il compito al giudice monocratico Stefania Amodeo che ieri ha emesso la sentenza. I condannati hanno preannunciato ricorso in appello contro la sentenza, che cadrà comunque in prescrizione a maggio prossimo e che potrebbe «rientrare» nell’indulto. "

mercoledì 14 novembre 2007

Il termovalorizzatore di Acerra ed il territorio circostante

Da “il Corriere del Mezzogiorno” Mercoledì 14 Novembre 2007-11-14

Dopo che si sono allungati i tempi per l’apertura dell’impianto, è stato pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno a firma di A. Agrippa, un reportage sul termovalorizzatore di Acerra. Ecco come si conclude l’articolo: “….Sull’inquinamento prodotto dall’attività del termovalorizzatore, Bruno Rindone, docente di Chimica Organica all’Università di Milano Bicocca” e Marco Caldiroli, tecnico delle prevenzione dell’ambiente, ammoniscono: la postazione del Pantano, ovvero il sito stesso dell’inceneritore, può essere considerata rappresentativa del punto di massima ricaduta secondo la società Fibe, ovvero le zone agricole verso l’abitato di Cancello (in considerazione della rosa dei venti di Capodichino che vede come direzione più frequente dei venti la direzione N, E e N-E, verso l’abitato di Cancello, seguita da quelle speculari S, S-W, verso Acerra).
Dunque l’attività del termovalorizzatore interesserà non soltanto Acerra, ma tutto l’agglomerato dalle pendici del M. Somma al versante casertano della Valle di Suessola….”
Ma di tutto ciò siamo realmente consapevoli a San Felice a Cancello?
L’impianto in cifre:
85.000 m² di superficie
15130 m³ capacità fossa di ricezione
3 linee forno-caldaia
27,1 tonnellate di Cdr la potenzialità delle singole linee
81.3 tonnellate di Cdr bruciabile in un’ora
122 Mw la potenza elettrica ceduta alla rete
106.5 Mw la potenza elettrica ai morsetti del generatore
1 camino di espulsione fumi con 3 canne
3 linee per la depurazione dei fumi
110 m l’altezza del camino

domenica 4 novembre 2007

Convegno sulla Valle di Suessola

Venerdì 9 Novembre nella scuola media "G. Galilei" di Arienzo alle ore 10.00 si terrà un incontro con i ragazzi dal titolo "La Valle di Suessola: dalle origini a giorni nostri", organizzato dall'associazione "Il sogno è sempre" cui relazioneranno Mons. Francesco Perrotta, il Geol. Giuseppe Magliocca e l' Ing. Domenico Capolongo.Nella stessa giornata i contenuti dell'incontro mattutino saranno replicati alle ore 17.30 presso la Chiesa S. Agostino in Arienzo.Vai al link: http://www.ilsognoesempre.it/

sabato 3 novembre 2007

Incendi boschivi: una catastrofe sotto gli occhi di tutti


L’annus orribilis degli incendi boschivi dell’ estate appena trascorsa ha avuto punte drammatiche per San Felice a Cancello. Nello speciale calendario ci sono date che dovrebbero essere ricordate come ennesimi atti criminali contro il territorio e la sua popolazione. Una prima stima, ahimè fortemente in difetto, parla di 200 ettari di superficie boscata percorsa dal fuoco, immaginate un quadrato di un metro di lato e moltiplicatelo per 2 milioni e avrete un’idea delle dimensioni della catastrofe! Gli incendi hanno interessato, oltre il versante di Polvica, soprattutto i versanti nord da largo Lagno a Talanico passando per Botteghino, Ponti Rossi e Monte S. Angelo. Tali versanti, per loro natura, sono molto pericolosi perché soggetti ad un’alta probabilità che si possano verificare dissesti idrogeologici in conseguenza di piogge particolarmente intense fino all’innesco di vere e proprie frane del tipo colata rapida di fango molto distruttive. Gli incendi di quest’estate, particolarmente gravi per intensità ed estensione, hanno esposto maggiormente la popolazione e le strutture che si sviluppano al piede dei versanti in questione, al rischio frane. Gli incendi sono tra i fattori scatenanti dei dissesti idrogeologici, preparano il terreno all’aggressione delle acque di precipitazione atmosferica provocando la perdita di suolo fertile, fenomeni di trasporto fluido in massa (acqua e detriti) a valle lungo le aree di sbocco di impluvi naturali, muove incisioni e predisposizione all’innesco di frane. Le nostre colline presentano una particolare costituzione geologica per cui sopra un solido substrato roccioso calcareo si sviluppa una “epidermide” di terreni incoerenti, di origine vulcanica, particolarmente suscettibili ad essere attaccati dalle acque, se non adeguatamente protetti. La protezione è in larga parte svolta sia dagli apparati radicali di alberi e arbusti vari, che trattengono il terreno fino ad ancorarlo alla roccia sottostante, sia dalla superficie fogliare, che intercettando le acque di pioggia, ne rallenta fortemente la velocità e ne assorbe un’aliquota importante sottraendola al deflusso in superficie ed al terreno.Il fenomeno incendi è purtroppo endemico a San Felice a Cancello: ogni anno si registrano decine di focolai che interessano svariati ettari di territorio. I dati evidenziano annate critiche a distanza di 3-4 anni l’una dall’altra. Infatti picchi di roghi sono avvenuti nel 1997, nel 2000 e nel 2003 prima di giungere al drammatico dato del 2007. Confrontando le aree percorse dal fuoco nell’estate del 1997 e le zone di innesco delle frane del maggio 1998 è possibile evidenziare la precisa correlazione tra i i due eventi lungo il versante di Ponti Rossi e Severa Avalle.Nonostante la ripetività dei roghi estivi, nessuna amministrazione ha mai preso provvedimenti preventivi negli anni. Inutile dire che il Comune di San Felice a Cancello non possiede il catasto delle aree percorse dal fuoco. Quali le azioni più idonee da porre in atto affinché sia fortemente arginato il problema incendi? Si potrebbe per esempio istituire un’apposita struttura operativa comunale affidata a mani esperte, corredata di tecnici volontari, gruppi e cittadini volenterosi, che sappia prontamente agire ed avviare iniziative di prevenzione sul territorio, riorganizzare i nuclei di protezione civile comunali perché facciano davvero le attività che la legge gli riconosce adeguandone mezzi e preparazione tecnica in modo da essere all’altezza della situazione, realizzare campagne informative alla popolazione e nelle scuole, interventi di manutenzione del sottobosco e dei sentieri.Dato che il livello di pericolo è cresciuto a seguito dei recenti incendi s’impone una maggiore attenzione per l’immediato futuro dal momento che piogge “anomale” potrebbero innescare dissesti che possono avere conseguenze a valle. Il Commissariato di Governo per l’emergenza idrogeologica si è giustamente vantato di aver istituito i presidi territoriali durante le piogge particolarmente intense. Mi chiedo: se le piogge sono fattori che concorrono alla franosità e lo sono anche gli incendi boschivi, perché limitare l’attività di presidio solo quando piove e magari non estenderlo anche a tutto il periodo estivo vigilando sugli incendiari? Non mi si risponda che è un fatto economico perché i soldi pubblici si stanno letteralmente buttando via realizzando opere totalmente inadeguate!In altri luoghi ugualmente colpiti, i Comuni hanno dato segnali forti costituendosi in giudizio contro i responsabili di simili attentati al territorio ed alle popolazioni; mi colpisce l’indifferenza generale che attanaglia gran parte della popolazione sanfeliciana di fronte alle problematiche che interessano il territorio nel quale si svolge la loro vita quotidiana. La passività di fronte a fatti che si credono inevitabili e la sottovalutazione di quello che può ancora succedere potrebbe fare molte vittime e danni. Speriamo di non fare la fine della profetessa Cassandra, che per non aver ceduto alle avances di Apollo, fu da lui condannata a predire sempre il vero ma a non essere mai creduta.

La messa in sicurezza di San Felice a Cancello approda in Parlamento

Inoltrata, nella seduta del 27 settembre 2007, al Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare l'interpellanza parlamentare sui famigerati lavori di sistemazione idrogeologica dei versanti dal Monte S'Angelo a Palomba alla collina di Cancello e ripristino dell'alveo Arena ad opera del Commissariato di Governo per l'Emergenza Idrogeologica nella Regione Campania. Leggi il testo al seguente link: http://www.camera.it/_dati/leg15/lavori/stenografici/sed212/pdfbt58.pdf