Riporto l'audizione di due geologi, docenti universitari campani, alla Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul ciclo dei rifiuti in Campania. E' datata Luglio 2007. E' un contributo, un tassello che deve trovare la sua giusta collocazione nell'intricato mosaico della madre di tutte le emergenze. Compito credo, a questo punto, che spetti unicamente all'autonomia della magistratura, alla luce delle nuove ordinanze di custodia cautelare emesse ieri mattina dalla Procura di Napoli.
Senato della Repubblica Camera dei deputati
Giunte e Commissioni XV LEGISLATURA
RESOCONTO STENOGRAFICO n. 34 COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA sul ciclo dei rifiuti e sulle attivita` illecite ad esso connesse
AUDIZIONE DEL PROFESSOR GIOVAN BATTISTA DE’ MEDICI,DOCENTE DI GEOLOGIA APPLICATA, IDROGEOLOGIA EPIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO E DEL PROFESSOR FRANCO ORTOLANI, DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI PIANIFICAZIONE E SCIENZA DEL TERRITORIO DELL’UNIVERSITA` DEGLI STUDI «FEDERICO II» DI NAPOLI
35ª seduta: giovedı` 26 luglio 2007
Presidenza del vice presidente Camillo PIAZZA
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’audizione del professorGiovan Battista de’ Medici, docente di geologia applicata, idrogeologiae pianificazione del territorio, e del professor Franco Ortolani, direttoredel dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell’Universita`degli studi «Federico II» di Napoli, che salutiamo e ringraziamo per laloro disponibilita`.Chiedo scusa ai nostri ospiti e ai colleghi per il ritardo con il qualeiniziamo i nostri lavori.L’argomento e` importante, perche´ la Commissione sta dedicando parecchiotempo, sul piano sia del lavoro sia della conoscenza, ai fenomeniche hanno portato alla luce la situazione d’emergenza ormai cronica deirifiuti in Campania. Il nostro obiettivo e` affrontare sempre piu` gli aspetti,anche quelli piu` complicati, legati all’inquinamento ed essere cassa di risonanzarispetto a situazioni che dobbiamo affrontare istituzionalmentecome Commissione d’inchiesta.So che avete lavorato per diversi mesi con il commissario straordinarioper la rilevazione di dati importanti che potrebbero essere utili al nostrolavoro.Do quindi la parola al professor de’Medici che svolgera` un’esposizioneintroduttiva, nel corso della quale si avvarra` della proiezione di alcunediapositive.DE’ MEDICI. Signor Presidente, sono un geologo applicato della facolta`d’ingegneria, un idrogeologo e un conoscitore, come il collega Ortolaniqui presente, della geologia della Campania. Agli inizi di gennaio del 2007 partecipai ad una riunione presso la prefettura di Napoli con la struttura del dottor Bertolaso, alla presenza della dottoressa De Gennaro. Qualche giorno dopo ricevetti una telefonatada parte della dottoressa De Gennaro, la quale mi chiedeva una collaborazione con quella struttura riguardo ai siti, che io diedi per i mesi di gennaio e febbraio. Feci un giro con tutte le componenti della struttura nei diversi siti allora indicati. Partecipai a molte riunioni soprattutto a Roma ma anche a Napoli e a conferenze di servizi e vidi schede sui diversi siti che inquel momento venivano indicati. Come tecnico della materia verificai delle cose che ora sono lieto di poter dire qui in Commissione. Diversi di quei siti mi lasciarono perplesso. Ne chiesi spiegazione alla struttura del commissario Bertolaso, domandando perche´, pur avendo ampi poteri, dovevano giostrarsi esclusivamente su cave dismesse e non andare invece alla ricerca di siti piu` idonei. Poiche´ noi che viviamo inCampania sappiamo benissimo che le cave dismesse sono particolari, posi quattro obiezioni al loro utilizzo, che presentai ufficialmente alla struttura del direttore Bertolaso.La prima: la maggior parte di queste cave e` in materiali lapidei calcarei, materiali cioe` altamente permeabili, che vanno trattati in materia speciale per essere utilizzati. La seconda: la quasi totalita` delle cave e` in mano alla camorra. La terza: le cave dismesse in genere non hanno le caratteristiche per diventare discariche regionali (cio` che si cercava allora), per le quali c’e`bisogno di siti molto ampi. La quarta: gli scavi nelle cave spesso arrivano a livello della superficie pieziometrica di falde idriche sotterranee. E`il caso del sito di Dugenta, in provincia di Benevento, dove vi sarebbe stato un inquinamento delle falde idriche sotterranee. Vi dico con estrema sincerita` che, a distanza di 6-7 mesi, non ho ancora ricevuto la risposta alla domanda sul perche´ si giostri esclusivamente su cave dismesse. Non riesco altresı` a capire come mai, nell’ambito diquesti siti, dati non so da chi alla struttura, le cave dismesse si trovinoaddirittura in aree protette. Mi chiedo come si faccia a prenderle in considerazione. Mi riferisco ad esempio a Terzigno dove la cava e` molto ampia ed e` tenuta da camorristi. E`notorio. Si possono fare nome e cognomi dei proprietari. Ma la problematica e` anche un’altra: intorno alla cava di Terzigno esistono diverse discariche di rifiuti tossici nascosti, cioe` coperti.
PRESIDENTE. Professor de’Medici, in considerazione della delicatezza dell’argomento, dispongo la secretazione della seduta. (I lavori proseguono in seduta segreta dalle ore 14,26).(I lavori proseguono in seduta pubblica dalle ore 15,23).
PRESIDENTE. Ringrazio i professori de’ Medici e Ortolani per laloro partecipazione e per le informazioni che ci hanno fornito e li invitoa consegnare l’eventuale documentazione in loro possesso. Dichiaro conclusa l’audizione.I lavori terminano alle ore 15,25.
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