39 casi di contaminazione da diossina per un totale di 387 campioni di mozzarella proveniente da 140 caseifici campani. Nelle 39 mozzarelle «non rispondenti ai limiti cautelativi fissati in via provvisoria dal piano concordato con le autorità comunitarie», come si legge nella nota congiunta diffusa da Roma, si è superato il valore soglia di 2 picogrammi di diossina per chilo. Le Asl a cui fanno riferimento gli allevamenti corrispondenti ai campioni contaminati (già posti sotto sequestro), sono quelle di Caserta 1 e 2 e Napoli (1-2-3-4-5).
Via libera al commercio. Ma è davvero passata la bufera come titola il Corriere del Mezzogiorno del 29 aprile c.a.?
39 campioni su 387 rappresentano una percentuale superiore al 10%, vale a dire che 1 mozzarella su 10 è risultata contaminata. Visto lo stato in cui versano i territori delle Asl sopra nominate, tale percentuale potrebbe essere anche accettabile, ma per la salute umana ritengo che la probabilità sai troppo alta di mangiare una mozzarella alla diossina!
Rendere noti gli allevamenti incriminati ed i caseifici che si rifornivano.