martedì 29 aprile 2008

E' passata la bufera!?

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/campania/cronache/articoli/2008/04_Aprile/29/mozzarella_vialibera.shtml
39 casi di contaminazione da diossina per un totale di 387 campioni di mozzarella proveniente da 140 caseifici campani. Nelle 39 mozzarelle «non rispondenti ai limiti cautelativi fissati in via provvisoria dal piano concordato con le autorità comunitarie», come si legge nella nota congiunta diffusa da Roma, si è superato il valore soglia di 2 picogrammi di diossina per chilo. Le Asl a cui fanno riferimento gli allevamenti corrispondenti ai campioni contaminati (già posti sotto sequestro), sono quelle di Caserta 1 e 2 e Napoli (1-2-3-4-5).
Via libera al commercio. Ma è davvero passata la bufera come titola il Corriere del Mezzogiorno del 29 aprile c.a.?
39 campioni su 387 rappresentano una percentuale superiore al 10%, vale a dire che 1 mozzarella su 10 è risultata contaminata. Visto lo stato in cui versano i territori delle Asl sopra nominate, tale percentuale potrebbe essere anche accettabile, ma per la salute umana ritengo che la probabilità sai troppo alta di mangiare una mozzarella alla diossina!
Rendere noti gli allevamenti incriminati ed i caseifici che si rifornivano.

sabato 26 aprile 2008

Global Warming


Secondo i climatologi del Giss Institute for spaces Studies della Nasa l'anno 2007 è stato il secondo più caldo, insieme al 1998, a partire dal 1906. Il dato del 2007 è importante poichè accade in un momento in cui c'è un minimo nell'irraggiamento solare.

La figura mostra le anomalie termiche medie globali sulla superficie terrestre nell'anno 2007. La Terra è in media più calda di 0,7°C rispetto al 1906. Nell'atmosfera la concentrazione di CO2 è la più alta mai registrata dagli ultimi 400 mila anni con valori medi di ca 380 ppm.
E' in atto quindi un cambiamento nelle condizioni climatiche sul nostro pianeta. Non si può non riconoscerlo! Ancora dibattuto è l'argomento su cosa stia causando questo cambiamento. Ma giorno dopo giorno sono sempre più numerosi gli scienziati che mettono sul banco degli imputati l'aumento della concentrazione di biossido di carbonio ed altri gas "serra".
E' ovvio che ci deve essere un maggiore impegno dei governi dei paesi del mondo a sostegno di stragegie sostenibili e c'è bisogno soprattutto di un'assunzione di responsabilità di noi tutti immersi nel agiatezza del mondo ricco. Si richiedono sforzi a ciascuno di noi ad assumere stili di vita più sobri, consapevoli della delicatezza del momento.

giovedì 24 aprile 2008

Non abbassiamo la guardia!


Sono ancora vivi in molti i ricordi dei drammatici roghi che sconvolsero gran parte della copertura boschiva a San Felice a Cancello nell'estate scorsa. Più di 200 ettari (il valore esatto non lo sapremo mai) furono percorsi dal fuoco alla fine dell'estate 2008 con ingenti danni, purtroppo irreparabili a breve termine, al patrimonio boschivo comunale. Da allora la qualità della nostra vita ha subito l'ennesimo attacco in un territorio che sembra sempre più terra di nessuno, spazio da imbrattare e rendere inospitale e pericoloso. Sottolineo quest'ultimo aspetto dal momento che sappiamo l'importantissima funzione che le piante verdi esplicano con l'attività fotosintetica rifornendoci di ossigeno e catturando l'anidride carbonica. Di questi tempi tale funzione diviene davvero fondamentale e delicatissima.

Inoltre è bene ricordare che i versanti della dorsale di Cancello-Botteghino-Talanico sono a rischio idrogeologico molto elevato per la probabilità altissima che si inneschino flussi di fango e detriti a seguito di piogge prolungate nel tempo. Una gigantesca spada di Damocle pende minacciosa sulla testa di centinaia di abitanti che vivono alle pendici della "montagna".

La copertura vegetale arborea ed arbustiva esercita un'azione di sostegno sui terreni che ricoprono i versanti in questione; la sua distruzione ad opera del fuoco aggrava pesantemente la situazione di disequilibrio che già esiste nella zona.

L'appello che si lancia è quello di non abbassare la guardia a partire da ora, visto che l'estate è alle porte. La disattenzione e la mancanza di prevenzione spianano la strada ai piromani, criminali che attentano alla salute pubblica. Diverse le iniziative da porre in essere da parte delle Amministrazioni comunali per arginare il problema attraverso la sensibilizzazione e il controllo del territorio.

Ma di questi tempi forse a bruciare non è solo il bosco!

sabato 5 aprile 2008

C'era una volta il Bosco di Acerra!


Sono stati resi noti dalla ARPA Campania i primi risultati di analisi ambientali effettuati su tutto il territorio comunale di Acerra (Na). I responsi disponibili hanno interessato la matrice suolo al fine di rilevare l’esistenza di valori di concentrazioni di sostanze contaminanti superiori ai limiti di legge fissati dal D. Lgs. 152/2006.
Da una preliminare consultazione dei dati emerge un quadro allarmante in alcune zone per quanto riguarda i policlorodibenzodiossine ed i policlorodibenzofurani (PCDD e PCDF), oltre ad alcune anomalie che interessano le concentrazioni di metalli pesanti. Del resto l’allarme era già scattato ufficialmente con la dichiarazione dello stato di emergenza per l’inquinamento da diossine con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri nell’aprile 2006. In quel provvedimento è stato nominato Commissario delegato il Sindaco di Acerra che adotterà tutte le iniziative necessarie per rimuovere le situazioni di pericolo e ad assicurare sostegno economico alle attività produttive agricole e zootecniche danneggiate avvalendosi delle strutture APAT.
La situazione ambientale è particolarmente critica sui suoli della località Calabricito. 8 campioni su 20 risultano sopra il limite di legge per le diossine fissato in 10 nanogrammi per Kg. In particolare un campione ha rilevato la presenza di 3299 ng/Kg di PCDD e PCDF. In loc. Pantano, Gaudello e Calabricito si rileva anche la presenza di idrocarburi policiclici aromatici. A Calabricito anche il primato di concentrazioni di metalli pesanti anormali quali Cadmio, Rame, Zinco, Piombo, Antimonio. Costantemente elevata è la concentrazione dello Stagno. Alcuni campioni risultano un vero e proprio cocktail di veleni.
A questo punto si aspetta di poter consultare la mappatura delle caratterizzazioni ambientali e dei primi interventi urgenti di messa in sicurezza e bonifica.